Arata Isozaki, Entrance hall, the Museum of Modern Art, Gunma (1974), Yasuhiro ISHIMOTO

E il Pritzker Architecture Prize 2019 va ad Arata Isozaki

Gli italiani ricorderanno sicuramente per il suo Pala Alpitour a Torino in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, ma il vincitore del Pritzker Architecture Prize 2019, Arata Isozaki, compie i primi passi nell’architettura come apprendista nello studio di Kenzo Tange, vincitore anche lui del “Nobel dell’architettura” nel 2015.

Isozaki
Arata Isozaki. Courtesy of the Pritzker Architecture Prize

La prima esperienza di architettura

Nato a Ōita, nell’isola di Kyushu nel 1931, ha solo 12 anni quando vengono sganciate le bombe atomiche sulle città giapponesi. “Quando ero abbastanza grande per iniziare a capire il mondo, la mia città natale era bruciata. Dall’altra parte della costa, la bomba atomica era stata sganciata su Hiroshima, quindi sono cresciuto al punto zero”, dichiara Isozaki. “Era in rovina completa, e non c’era architettura, né edifici e nemmeno una città. Mi circondavano solo baracche e rifugi. Quindi, la mia prima esperienza di architettura è stata il vuoto dell’architettura, e ho iniziato a considerare come le persone potrebbero ricostruire le loro case e città”.

La giuria

A decretare vincitore Isozaki è stata una giuria composta da tre architetti insigniti anche loro del prestigioso premio quali Richard Rogers, Sejima Kazuyo e Wang Shu; dall’architetto Benedetta Tagliabue; dal critico e diplomatico brasiliano André Aranha Corrêa do Lago, dal presidente del consiglio di amministrazione di Tata Trust, Ratan N. Tata; da un membro della Corte Suprema degli Stati Uniti, Stephen Breyer; e dal direttore esecutivo del Pritzker Architecture Prize, nonché preside del IE School of Architecture & Design, Martha Thorne.

Possedendo una profonda conoscenza della storia e della teoria dell’architettura, e abbracciando le avanguardie, non ha mai semplicemente replicato lo status quo, ma la sua ricerca di un’architettura significativa si è riflessa nei suoi edifici che fino ad oggi, sfidando le categorizzazioni stilistiche, sono in continua evoluzione, e sempre innovativi nel loro approccio.

Dichiarazione della giuria

I progetti di Isozaki

Fonda lo studio Arata Isozaki & Associates nel 1963 e tra i suoi primi lavori significativi, tutti in Giappone, vanno citati la Prefita Prefectural Library (1962-1966 Ōita), l’Expo ‘70 Festival Plaza (1966-1970 Osaka), il Museum of Modern Art, Gunma (1971-1974 Gunma), e Kitakyushu Municipal Museum of Art, Fukuoka (1972-1974 Fukuoka). Architetture dalle forme geometriche pure, come nell’uso del modulo quadrato o di elementi circolari, in cui la luce, naturale e artificiale, diviene un elemento architettonico.

Arata Isozaki, Ōita Prefectural Library, 1962-66, Ōita, Japan. Photo courtesy of Yasuhiro Ishimoto. Courtesy of the Pritzker Architecture Prize
Arata Isozaki, Ōita Prefectural Library, 1962-66, Ōita, Japan. Photo courtesy of Yasuhiro Ishimoto. Courtesy of the Pritzker Architecture Prize

I progetti internazionali

Il suo primo lavoro all’estero è il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1981-1986), dove alle forme geometriche del modulo quadrato, della copertura con volta a botte e piramidale, si aggiunge la linea sinuosa della balaustra. Tra i più importanti progetti internazionali realizzati da Isozaki bisogna ricordare: in Spagna il Palau Sant Jordi (1983-1990, Barcellona), progettato per le Olimpiadi del 1992; negli Stati Uniti il Team Disney Building (1987-1990, Florida); in Cina il Shenzhen Cultural Center (1998-2007, Shenzhen), il Central Academy of Fine Arts, Art Museum (2003-2008, Pechino), il Shanghai Symphony Hall (2008-2014 Shanghai), e l’Hunan Provincial Museum (Changsha, 2011-2017); in Italia il Pala Alpitour (2002-2005, Torino), stadio di hockey su ghiaccio per i Giochi olimpici invernali del 2006, e la Torre Allianz (2003-2014, Milano); e in Qatar il Qatar National Convention Center (2004-2011, Doha).

Arata Isozaki, LACMA
Arata Isozaki, The Museum of Contemporary Art, 1981-86, Los Angeles California, USA. Photo courtesy of Yasuhiro Ishimoto. Courtesy of the Pritzker Architecture Prize

I riconoscimenti e le mostre

Diversi sono i riconoscimenti che riceve sia in Giappone che in Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti. Per raccontare la sua architettura vengono organizzate mostre monografiche in giro per il mondo, la prima a lui dedicata è Arata Isozaki: Architecture 1960-1990 al Museum of Contemporary Art di Los Angeles, seguirono esposizioni nei principali musei del mondo. Insieme alla medaglia di bronzo che riporta i principi enunciati da Vitruvio di firmitas, utilitas, e venustas nel De architectura il Pritzker Architecture Prize prevede anche una sovvenzione di 100,000 $.

www.pritzkerprize.com

Le immagini

Immagine in evidenza: Arata Isozaki, The Museum of Modern Art, 1971-74, Gunma, Japan. Photo courtesy of Yasuhiro Ishimoto. Courtesy of the Pritzker Architecture Prize